Secondo uno studio pubblicato su Clinical Gastroenterology and Hepatology, l’assunzione di glutine non sarebbe associata al rischio di sviluppare il morbo di Chron o la colite ulcerosa
Non c’è nessuna connessione tra l’assunzione di glutine nella dieta alimentare e il rischio di sviluppare malattie infiammatorie intestinali (IBD), malattia di Crohn o colite ulcerosa. È quanto sostiene uno studio pubblicato su Clinical Gastroenterology and Hepatology.
Il dubbio è venuto dopo che diversi operatori sanitari del Massachusetts General Hospital hanno segnalato che i loro pazienti con infiammazioni intestinali avevano riscontrato dei miglioramenti nei sintomi dopo aver limitato l’assunzione di glutine.
Glutine e malattie dell’intestino: cosa dice lo studio
Secondo lo studio in questione, però, le prove del ruolo del glutine nell’infiammazione intestinale, indipendentemente dalla celiachia, sono scarse.
I ricercatori hanno condotto uno studio prospettico su 208.280 individui che hanno sottoposto a diete con diversi livelli di assunzione del glutine. Tra questi individui hanno identificato 337 casi di malattia di Crohn e 447 casi di colite ulcerosa. Ma ciò che si è riscontrato con evidenza è che questi casi non toccavano i soggetti che erano stati maggiormente esposti al glutine. Dunque, non vi era alcun maggior rischio di malattia negli individui che avevano assunto elevate quantità di glutine, rispetto ai soggetti che ne avevano assunte scarse quantità.
Inoltre, pare che l’assunzione a lungo termine di glutine non abbia conferito un aumento del rischio di sviluppare IBD nemmeno nei partecipanti ad alto rischio con una storia familiare di IBD.
Perché allora il miglioramento dei pazienti dopo aver eliminato il glutine?
Una spiegazione plausibile del miglioramento dei sintomi nei pazienti affetti da infiammazioni intestinali, segnalati dal Massachusetts General Hospital, potrebbe quindi ricondursi a dei casi di celiachia non diagnosticata che, come sappiamo, costituisce una parte molto rilevante dei casi totali di celiachia nel mondo. Solo in Italia si stima che siano oltre 400 mila i casi di celiachia non diagnosticata.
Glutine e malattie dell’intestino: le conclusioni
I risultati dello studio pubblicato su Clinical Gastroenterology and Hepatology non supportano dunque la teoria secondo cui il glutine contribuisca a sviluppare malattie infiammatorie intestinali (IBD). Un risultato importante, considerati gli enormi benefici per la salute di una dieta ricca di cereali integrali. Il glutine non dovrebbe essere evitato aprioristicamente nelle persone non celiache.
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